Resistere o innovare? Le testimonianze di due imprenditori

Resistere o innovare? Le testimonianze di due imprenditori

By : -

Resistere o innovare? Le testimonianze di due imprenditori

Resistere o innovare? 

Le testimonianze di due imprenditori

Vorrei farvi riflettere su due testimonianze di imprenditori che hanno preso decisioni molto diverse, con esiti altrettanto diversi.

commercialista torino aziende produzione beni“Per la verità già da tre o quattro anni prima il mio fatturato non era più in crescita, anzi l’anno prima dell’arrivo di un importante concorrente avevo perso il 5% rispetto all’anno antecedente. L’aspetto più evidente, già da tempo, era il sempre maggior ritardo nei pagamenti delle fatture che io avevo emesso. Da una media di sessanta giorni dieci anni fa siamo arrivati ad una media di 120/150 giorni l’ultimo anno.

Per non parlare degli insoluti che sono cresciuti parecchio anno dopo anno. Nei vari anni di gestione ho cercato di ridurre i costi, di offrire maggiori dilazioni ai miei clienti ma alla fine ho solo peggiorato la situazione e mi sono arreso in mezzo ai debiti ed agli insoluti. Purtroppo non ho voluto prendere atto che con l’arrivo del grosso concorrente per me era finita. Ho invece insistito, bruciando risorse e facendo ulteriori debiti.

Il mio errore è stato quello tipico di un commerciante che non ha voluto guardare alla realtà. Purtroppo, quando le cose non vanno, bisogna prenderne atto e non resistere ad ogni costo se non ci sono più le condizioni.

Se avessi cambiato settore o avessi comunque diversificato per tempo, avrei sicuramente salvato la mia impresa. Invece, preso dalla paura, dalla tensione, non ho ragionato e questo è stato il mio errore.”

Ecco ora un altro esempio, ma con esito opposto:

commercialista torino ristoranti“Sono un imprenditore che ha aperto e gestito diverse attività. Posso raccontarvi un episodio di 8 anni fa.

In quel periodo gestivo una pizzeria, una palestra ed un’attività di servizi con mia moglie.

La palestra già da un anno era in flessione come fatturato e l’apertura di altri due centri nell’ultimo anno mi aveva costretto anche a ridurre le tariffe e fare promozioni ad hoc per tenermi i clienti. Avevo saputo che in un fondo commerciale a cinquanta metri dalla mia pizzeria al taglio avrebbe aperto nei mesi a venire una nuova pizzeria al taglio.

Stavano ancora trattando la buona uscita con il precedente locatario con cui i titolari del fondo erano in causa da molto, ma era solo questione di tempo. Dopo 6 mesi, mi sarei trovato un concorrente in grado di sottrarmi potenzialmente il 40/50% del mio giro di affari.

Fino a quel momento avevo lavorato discretamente, ma sicuramente non avrei potuto reggere la presenza di un’altra pizzeria. Ne avevano già aperta un’altra due anni prima a duecento metri dalla mia e il mio fatturato in quel periodo era calato del 10%.

Ora rischiavo come minimo di perdere il 30% e oltre.

Da qualche mese mi frullava nella mente di potenziare l’attività di servizi che, tra l’altro, dopo tre anni di attività era in forte crescita. Nel giro di 4 mesi, prima che inaugurasse la nuova pizzeria, vendetti la mia pizzeria ad un prezzo interessante.

Una parte del ricavato lo utilizzai per sviluppare la mia attività di servizi, che così ha potuto allargarsi e crescere bene.

Ho abbandonato l’attività senza futuro (la pizzeria) e prima di perdere altri clienti e veder ridursi il fatturato ho ceduto la palestra e il suo pacchetto clienti e mi sono così concentrato su un’attività nuova che sto avviando ora e dove al momento non c’è molta concorrenza. Sono un buon osservatore e appena ho visto che le prospettive future erano grigie, ho deciso di prendere delle decisioni a malincuore che però, se guardate con razionalità, erano necessarie.

Anche mia moglie all’inizio era veramente perplessa di tutti questi cambiamenti dopo tanti sacrifici fatti per avviare le nostre attività, ma ha poi capito che era la scelta giusta da fare.”

Dai due esempi emerge chiaramente che il primo modo di gestire l’azienda è stato funesto a causa della mancata pianificazione e capacità o volontà di capire la situazione reale, di fronte alla quale era necessario dare una risposta immediata e non tergiversare.

Dare risposte emotive o semplicemente non dare nessuna risposta porta ai risultati che abbiamo visto.

Nel secondo caso, l’imprenditore ha saputo gestire la paura e la preoccupazione usandole per trovare soluzioni alternative che gli hanno permesso non solo di uscire bene da una situazione complessa, ma anche di ripartire con una nuova attività.

Non sempre resistere è la soluzione giusta: per questo è importante affidarsi a professionisti di fiducia che possano dare un supporto concreto nell’individuazione delle soluzioni più indicate quando da soli si rischierebbe di non prendere la decisione più saggia.

Studio commercialista di Torino che si occupa di Consulenza Contabile e Tecnica, Revisione Contabile e Pianificazione Strategica risanamento Aziendale

 

Lo Studio del Dott. Franco Nada negli anni ha maturato una profonda esperienza; richiedici una consulenza personalizzata, troveremo la soluzione più adatta alle tue esigenze.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *