PMI, UNA IMPRESA SU TRE A RISCHIO DEFAULT

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Rapporto regionale Pmi 2021 di Confindustria e Cerved con Intesa Sanpaolo

In bilico 1,3 milioni di posti. Grassi: occorre una strategia nazionale per le Pmi

Nicoletta Picchio (Il Sole 24 Ore) 

Una crisi senza precedenti, molto diversificata a seconda dei settori. Più colpiti quelli interessati al lockdown, come il turismo, la ristorazione, gli alberghi, la moda; in altri comparti ha inciso di meno, alcuni hanno avuto effetti positivi, come la farmaceutica, il commercio on line, l’industria agroalimentare. In base alle stime il 17,9% delle pmi, (28 mila) ha avuto un calo dei ricavi nel 2020 superiore al 20%; 53mila pmi hanno avuto un calo più basso, ma comunque tra il 10 e il 20 per cento. In media la diminuzione è attesa del 10,6 tra il 2019 e il 2020. E’ ciò che emerge dal Rapporto regionale Pmi 2021 realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Intesa Sanpaolo. << Il sistema delle pmi sembra che finora abbia tenuto>>, grazie al rafforzamento patrimoniale degli ultimi dieci anni, ma <<soprattutto per il massiccio impiego di misure emergenziali adottate dal governo>>. Nei settori più colpiti dalla pandemia gli effetti sono molto più intensi: la quota di pmi a rischio sale al 28%, il doppio rispetto alla media nazionale, con quote del 36,5% nel Mezzogiorno, del 29,4% nel Centro, del 26,9% nel Nord-Ovest e al 20% nel Nord-Est. Le pmi che rischiano il default nei prossimi mesi superano i due terzi nel comparto fiere e convegni, 65%, mentre il 40% dei ristoranti è ad alta probabilità di fallimento (17,3% prima del Covid). Ci sarà di conseguenza un impatto sull’occupazione, <<molto vicino a quello stimato dall’Istat>> con una perdita di posti nelle grandi aziende e nelle pmi: tra il 2019 e la fine del 2021 perderanno il lavoro 1,3 milioni di persone, l’8,2% del totale dei 16 milioni di addetti prima dell’emergenza, <<la gran parte nei servizi>>. Ripercussioni anche per gli investimenti: nel biennio 2020-2021 ci potrebbe essere una perdita di 43 miliardi di euro di capitale, -4,8 rispetto fine 2019. <<Le pmi hanno resistito, ora hanno speranza e fiducia nel Pnrr. Ma si trovano in una situazione di forte esposizione debitoria e limitata capacità di investimento>>, ha detto aprendo la presentazione del Rapporto Carlo Robiglio, presidente della Piccola industria di Confindustria. Alcune proposte diventano decisive: proroga automatica della moratoria, conferma dell’intervento rafforzato del Fondo di garanzia; allungamento di tempi di rimborso del debito; uso del fisco per il rafforzamento patrimoniale: sono tra le misure sollecitate da Confindustria, come hanno detto sia Robiglio che Vito Grassi, vice presidente confederale e presidente del Consiglio delle Rappresentanze regionali e per le Politiche di coesione territoriale. <<Occorre una strategia nazionale per le pmi>> ha detto Grassi. Da Intesa Sanpaolo, con Fabrizio Guelpa, l’impegno delle banche a sostenere le aziende in questa sfida.